Dasha è
ancora con noi
Sapore di eternità
profumo
di Tradizione
di Dasha
nell’aria che benedice
e
sostiene la lotta dai Cieli
fino in
fondo fino alla fine
per la
morte o per la vita
sapore
d’Europa
sapore
d’Eurasia
profumo
d’Impero
profumo
di Dio
Dasha è ancora con noi
Visione di
Libertà
Nelle verdi praterie
dell’Eden
libera cavalchi
e ci
guidi nell'attesa
del Grande Risveglio
Il volo di
Dasha
Vola Dasha
nell’armonia
del cosmo
tra
bianchi gigli e rose cremisi
suonando
con ardore
la
carica imperiale
nel verde dei Campi Elisi
La gloria
del martirio
Quiete serena
sui
Champs Élysées
gloria
di Dasha
palmam Victoriae
Il Ritorno
Nubi apofatiche
Sole di
Mezzanotte
tempesta
magnetica
Verde sfolgorante
l’elettro
incandescente
vivifica
il Katechon
Il ritorno di Dio
declina
dalla nube
attraverso l’Imperium
Lupi
Imperiali
Con Dasha coltiviamo il sogno
di una
nuova milizia multipolare
una
legione spirituale e metapolitica
fatta di
preghiera azione sacrificio
Tradizione
onore fedeltà
Eremiti, staretz e guerrieri
contadini
cittadini filosofi
consimili
apolidi ribelli
una
Cavalleria del Cielo
per la
Nuova Europa dei Popoli
l’Europa imperiale
L’Attesa
Tempesta vento sferzante
nel mio
profondo
scrosci
di pioggia
la mia
anima magnetica
si
carica d’elettro dei nembi
nel
cromlech dove Eurasia
entra
nella mia carne
ed esce
dal mio spirito
urlando
il ritorno di Dio
alla
terra alle foreste
agli
uomini di buona volontà
ai lupi
imperiali che attendono
il suo Ritorno ...
Al
Comandante
Fuoco inconsunto
non si
placa il tuo ricordo
ei
brucia vivo nei cuori
divampa
forte dentro l’alme
tra ‘l
fruscio di resinosi abeti
e degli
smisurati cedri
del
nostro essere profondo
di
Soggetti Radicali
Qual fiamma vivace
ora che
Tu vivi nella luce
Dasha
comandante supremo
delle
armate imperiali
d’Europa
e d’Eurasia
per la gloria dell'Altissimo
Grande
Risveglio
Lampi luce nella notte
tuoni
vuoto poi silenzio
il nulla
impera
Sole di
Mezzanotte
rinasce
Europa Russia Eurasia
nel
sangue dei suoi martiri
che
violentano il Cielo
lo fanno
scender sulla Terra
per il
Grande Risveglio
e il sogno dell'Impero
La Terra
degli Eroi
Europa Eurasia
Terra
degli eroi
ti
respira il mio spirito
nel
tempo della fine
io sono
nera tempesta
Sole di
Mezzanotte
Dall’Iberia
alla Siberia
Noi siamo Uno
Tu dove
sei?
Il dado è tratto
ma Tu
Dasha dove sei?
Nel prato dei gigli
i tuoi
occhi m’han sorriso
E poi te ne sei andata oltre
oltre
l’Elýsion oltre l’Eden
Vivi ora nella luce dell’oltre
nel cuore del Padre tuo Dio
L’ultima
Ode
L’ultima tua ode
Dasha
prima del martirio
nella
radura dove si cela
e si
disvela l’Essere
che
stava seduto
sulla
tua sedia vuota
per
abbracciarti infine
nel
bagliore della notte
come
infinito Amore
mentre
la tua dolcissima anima
volava a
Lui nell’Eden
qual fiamma viva d’amore
Sogni
Cuore del mondo
pulsi
nelle nostre vene
noi
liberi e imperiali
allo
strider dell’aquila
il Sacro
Romano Impero
risorge nella Fede
Enoch ed
Elia
Negli anfratti dell’Horeb
Enoch ed
Elia trepidanti
e
incandescenti attendono
il
ritorno del Rex regum
et
Dominus dominantium
Imperator
mundi qui
vincit regnat Imperat
Oltre la
morte
Silentium
Diu
luminoso
suo
respiro il Nulla
porta di
luce tersa
e
trasparente
Dasha
oltrepassa felice
La buona battaglia
della
Sacra Traditio
eterna
Lei ha vinto
epiclesi d’Eurasia
Il Viaggio
di Darya
Nulla radice dell’Essere
Essere
radice del Nulla
Chàos
metafisico
Metafisica
del Chàos
Radice del Soggetto
Soggetto
Radicale
Darya
Platonova
ha
compiuto il Viaggio
dal
nulla al Trisagion
Hallelujah
La porta
dell’Essere
Nel silenzio
ho
ritrovato l’abisso
dove Noi
ci guardiamo
e poi ci
elidiamo nel Nulla
ch’è la
porta dell'Essere
per
essere trasparenza
di luce e d'amore
Trisagion
Solitudine silenzio
il nulla
dentro me
scava
svuota
annienta
prepara
l’attesa
del Trisagion
Άγιος ο Θεός,
άγιος
ισχυρός,
άγιος
αθάνατος
ελέησον ημάς.
A Martin
Heidegger
Dasein Esser-ci
nel
nulla del silenzio
nel
silenzio del nulla
Svelati nell’Evento
non
nasconderti più
voglio
esperire qui e ora
Non aspettare la mia morte
rivelati
ora Essere amato
ma da me
incompreso
Tu ed io né Tu né io
agnosia
infine rivelata
Io Sono perché non Sono
Haiku
Nebbia in Eurasia
il
respiro di Dio
visita
il mondo
rugiada
sul fogliame
echi nella foresta
Dasha
nell’Eden
Su albi corsieri
galoppi veloce guidi
le nostre battaglie
Al fianco di Michele
i biondi
tuoi capelli
di
valkyria al vento
Qual dio della guerra
adorna
di bianchi gigli
nei Campi Elisi
Dasha
nell’Eterno
Dasha è nome terso
dal
profumo di giglio
bianco
di purezza
Dasha è Donna guerriera
che ci
ha preceduto
e che
non si è mai arresa
Dasha ci sprona
a non
abbandonare l’agone
perché
il premio è l’Imperium
Dasha ci chiama ci precede
Dasha ci
guida dai Campi dei gigli
Dasha è lo scettro Dasha
nell'Eterno
Nascita di
un Soggetto Radicale
Genesi sinderesi consapevolezza
l’abisso
è dentro me e io in lui
acque
gelide cascate infernali
Al di là dello spazio e del tempo
al di là
del bene e del male
prendo
coscienza lottando
Continuando a lottare ascendo
nell'imago
Dei e aspiro per grazia
alla sua
somiglianza
Immerso e intriso nel sangue
del
Verbo di Dio il Rex venturus
con
l’aiuto del suo Nome
E con quello della Madre divina Maria
sgozzo e
sventro le orde sataniche
che mi
si scagliano contro
Mentre nella preghiera profonda
continua
e ininterrotta attendo
il male
con la corona in mano
Come Serafino di Sarov
il
Pellegrino russo i Padri del Deserto
e
l’epico Nicola di Flüe
Combatto spalla a spalla con Michele
l’Arcangelo
poichè Lui è il Capitano
il
comandante dell’esercito del Signore
Io non sono io sono Nessuno
Odysseus
l’acheo errante
colui che è desiderium Dei
Nel Sole
di Mezzanotte
Guardo silente l’abisso
della
mia anima senza fondo
l’abisso
del momento presente
l’abisso
del domani
Mentre sprofondo lottando
nel
nulla di Dio nel nulla del mio io
sempre
più giù nel fondo senza fondo
e infine
risorgo
Vivente nel Sole di Mezzanotte
aurora
del Soggetto Radicale
velata
sindone dove in Lui
anch’io “Io Sono”
Danza
Dasha
Sopra la volta celeste
davanti
al Dio della gloria
danza
Dasha danza
danza
ora
Tra le costellazioni
dall’Eden
a Orione
danza
Dasha danza
danza
ora
Immersa tra gli angeli
Michele
ti fa da corona
danza
Dasha tra i tamburi
danza
danza ora
Danza ora giglio puro
danza di
guerra e di vittoria
davanti
alla Madre del Logos
danza
danza ora
Madre di Dio
e Madre
nostra
danza
sorella Dasha danza
danza adesso danza ora
Il tuo bel
viso
Nulla cosmico
nel
fondo senza fondo
dell’anima
vagante
tra le
spire oniriche
abisso
metafisico
Ancora sorridi
ancora
non parli
il tuo
bel viso Dasha
è un
sole che risplende
e che
d’intensa amicizia
mi sommerge
Il suono
del Cielo
Armonie
divine
nel
vuoto cosmico
kenosi
primordiale
lì il
Cielo tintinna
nichilismo
solitudine
silenzio
ascesi
nei
passi del pellegrino
tra le
urla dei guerrieri
nella
gloria dei martiri
della Terza Roma
Il
richiamo del Corno
Sei caduta
con
l’anima in piedi
nell'agguato
moscovita
come
Orlando a Roncisvalle
Mentre forte suonavi
il corno
del Grande Risveglio
dell’ethnos
multipolare
e
dell’Imperium
Col cuore a Mosca
con
l’anima ad Atene
con lo
spirito a Roma
Tu Dasha gridando Vittoria!
Il canto
del Grande Risveglio
Canto d’Europa il futuro
canto
l’Eurasia che verrà
da Est
il Signore della Rus'
viene a
sfilare la spada
la spada
nella roccia d’Artù
andando
a destare Costantino
e il
Magno risveglio di Carlo
sul
nuovo trono ghibellino
Dal Tevere alla Moscova
Dall’Iberia
alla Siberia risorgeran
la Fede,
la Terra dei Padri
la
gloria imperiale dell’aquila bicipite
la santa
alleanza tra Roma e Mosca
nel
grande sogno del barone Ungern:
*“Liquidare
la Révolution!”*
sia a Parigi sia a New York ...
Il vento
dell’Ovest
Sento
il vento
dell'Ovest
lo
ascolto imperioso
e
violento che acre
e
crepitante urla
libera nos a Malo ...
Il faro
Fuoco sulla rena
tra
l’onde che spumeggiano
orgoglio
di Bretagna
il faro
nuovo menhir
ricorda notti guerriere
Il respiro
di Dio
Bruma
nella
Terra di mezzo
sale il
respiro di Dio
dall'immanenza
ad
avvolger ogni cosa
nel nulla Egli È
Il
vessillo del sangue
Nera bandiera
della
Tradizione intrisa
nel
sangue del Donbass
dei
militi dei soldati
della
gente e dei filosofi
Stella a otto punte
divergenti
e gettata
sui
cardini del mondo
lo dice
la sua voce:
Eurasia vincerà!
La
montagna
Ogni cosa sovrasta
maestosa
la montagna
eterna
maestà di Dio
nel
nulla trasparente
della
Trascendenza
incomprensibile
e celeste
Scomparire
annientarsi
infin risorgere
ebbro
dell’Essere
lasciando
sparire
il
proprio essere
nella
vacuità nel nulla
nel silenzio delle cose
Nel seno
dell’Essere
La montagna ci eleva
e dal
nostro esserci
ci
invita e ci rapisce
nella
casa dell’Essere
nel seno
dell’Essere
nella
trascendenza dell’Essere
senza più noi esserci
Urrà Darya
Un bianco giglio
che a
mane si schiude
alle
carezze del tiepido sole
sei tu
Darya
Come tua Madre
la
nostra Theotokos
Vergine
Maria purissima
icona
della Tenerezza
Hai vinto Darya
Urrà
Daria Urrà
Nella
vita e nell'eternità
Urrà
Darya Urrà
Per
l’eternità Urrà!
Il Suo
Risveglio
Sole di Mezzanotte
giganteggia
il mio spirito
aspettando
Ragnarok
Kali
Yuga Apocalisse
Ma non ora
perché
unica certezza
nell’immanenza
il Suo risveglio
e il Suo
Ritorno dentro me
Rex
regum et Dominus
dominantium
Noi
Soggetti Radicali
Perseguitati
consunti
dalle prove
proscritti
dal potere
ma mai
dall’anima sconfitta
Noi non angeli di morte
ma
Uomini e Donne di lìmes
del
tramonto e di una nuova alba
l’aurora
dell'Imperium
Noi Angeli della vita
la Vita
quella eterna
noi
guerrieri del Logos
noi della Luce Soggetti Radicali
A Ezra
Pound
Nebbia ...
nella
laguna
Venezia
ricorda
l’idillio
dei tuoi Cantos
e il
fuoco avverso
al dio
denaro
Gigante dello spirito
Il destino
d’Europa
Occhio penetrante
in mezzo
alla tempesta
Merlino
profetizza
O Europa Europa
nel
cuore della lotta
dopo
estrema ruina
il
Grande Risveglio
poiché
tuo destino
è l’Imperium
Liberare
la spada
Spada nella roccia
archetipo
dell’Imperium
simbolo
della Nuova Europa
Spada della Tradizione
avvinta
nella roccia della Modernità
nell’iniqua
liquescenza postmoderna
Sfiliamola dai cuori induriti
con la
veemenza del Sé Radicale
alzandola splendente nel Sole di
Mezzanotte
Qui e Ora
del Soggetto Radicale
Privato della Tradizione
risorto
dalle cascate infernali
dalle
gelide acque
del
nichilismo più brutale
proprio
della liquidità postmoderna
errabondo
artista musico
e paria
del liberalismo
a cui
mai appartiene
il
Soggetto Radicale non vive
in un
mondo parallelo nè utopico
ma vive
nel hic et nunc
nell'oggi
del momento presente
come un
nuovo Anti Zarathustra
che
scende dal Passaggio al Bosco
dalle
foreste dello spirito
gridando
al mondo: "Dio è vivo!"
con
l’anima nel Regno dei Cieli
la mente
nella sapienza degli Angeli
il cuore
nel desiderio dell’Imperium
il corpo
le mani i piedi la spada
a
costruire le nuove cattedrali
d’amicizia
del mondo multipolare
dove in
molti e nelle diversità
saremo Uno
Un canto
per Darya
Si apre la mia porta
mi
affaccio all'eternità
dove il
Luminoso
penetra
ogni cosa
oltre
ogni inimmaginabile
trasparenza
dove io
non son
più io
pur
rimanendo me stesso in Lui
e Lui sé
stesso in me
fino a
confonderci
nell’alterità
reciproca
perfezione
eterna
senza
tempo Una e Trina
dove il
Soggetto Radicale
giunge a
compimento
dal
Chàos oltre il Kosmos
nella
nichilità di Dio
che è
Amore
infinito
Amore
unico possibile Amore
Aquila
Aquila che apri le ali
sul mio
terso destino
sul mio
nebuloso divenire
vola
sempre dentro me
nell’eternità
della Tradizione
del mio
socialismo interiore
unico
possibile irripetibile
eredità
familiare
della
più europea
e
mediterranea delle idee
che m’ha
infine transitato
in
continuità ideale
nell’ottimismo
escatologico
verso
l’Impero Sacro e Romano
della
futura nuova Europa
degli
Ethnos dei Popoli
delle
Patrie le Terre dei Padri
che presto saranno viventi
Metaphisic Haiku
Dasha è
andata oltre
perché col suo martirio
oggi l'Oltre sia qui e ora
tra noi
Святой Святой Святой
Sanctus Sanctus Sanctus
Sempre con noi
I tuoi
passi d’angelo
sulla terra del Libano
nella foresta dei Cedri
accarezzi le nostre anime
avvolta nel tuo manto
di infinita pace
ci sproni alla lotta imperiale
alla guerra interiore
alla alata Vittoria
Dasha condottiero di Dio
Dasha guerriero dell'Essere
Dasha sempre con noi
La Nuova Europa
Ecco! Nel
buio
più profondo della notte
nei nembi che sovrastan
nell’uragano che tutto devasta
nell’inquieto fruscio delle foreste
io vedo sorgere e risorgere
la nuova Europa
La vedo
uscire come fiume
dal cuore trasparente di Dasha
di lei che tanto amava
la terra degli Arii
il luogo sacro dove
la sua memoria genetica
e la sua candida anima
eran scosse e vibravan
al silenzio dei menhir
al clamor di Teutoburgo
alla luce di Platone
al mistero di Roma
Lei oggi
nella gloria
annuncia l’Imperium
del Dio vivente
che viene a riprendere
il dominio della sua Terra
sacra ed immortale
l’Europa dei Padri
Il Sentiero del Cinabro
Luce
purissima
trasparente rarefatta
sostanza di Dio che acceca
e sottilmente fa vedere
Visione del
cinabro
in oro purissimo trasmuta
solo se mescola il fulgore
Divino col Sangue dell’Agnello
Lì solo la
Vita
la gloria la Resurrezione
nell’umile silenzio del crogiuolo interiore
Il Soggetto Radicale tra Archetipi
e Simboli del
Codice Genetico Europeo
L’Arpa
C’è un’arpa dentro me. É forma
del mio spirito. Anima profonda, cuore abissale. E vibra, intensamente vibra.
Al tocco della grazia. Al soffio dello Spirito. Tra le rovine d’un Europa senza
più anima.
Epiclesi nel Tempio
Parla lo sciamano, colui che
fora i cieli e penetra gli abissi per virtù di Cristo. Sorga il bardo, evochi
lo Spirito, epiclesi nel Tempio, nasce la Cavalleria della Croce.
Thànatos
Amica della mia solitudine,
compagna silenziosa di notti senza stelle, oscurate dal diafano bagliore del
tuo volto e di viva e perenne luna piena. Amica fatta di silenzio, tu che mi
inizi ad una vita parallela colma di sogni, di visioni eppure così vera, così
reale nella tua presenza di compagna trasparente e nera. Angelo fedele nella
lotta contro il potere infernale, tu non tradisci mai e atterrisci col grande
dono della tua presenza, che falcidia i serpenti velenosi nella Terra di mezzo.
Nascosta relazione, non porta al tradimento la mia vita insieme a te potente
guerriera, il cui nero manto agitato dal vento di Dio disperde le scarmigliate
foglie delle illusioni umane. Oscuro mistero della Trinità vivente, dono
dell’Altissimo Iddio tu non mi dici mai niente e come scudo ti ergi alle mie
spalle, mi stai di fronte e mi istruisci alla battaglia della mente. Serena,
imperturbabile qual smisurato e gigantesco Angelo avvolto di panno antico, in
forte corazza brunita e falce di metallico fulgore, amica e donna mia per
sempre Thànatos.
Penombre di Achei
Dove sono gli eroi, le frontiere
dell’essere, lo stretto passaggio fra Scilla e Cariddi. Penombre d’Achei
accarezzano l’anima, da scogli frastagliati emergono veri. Dai lunghi schinieri
e cuoio bronzato, edifican l’Acropoli nel silenzio delle mie radici. Io qual
dio minore dell’Ellade perduta, in genetica memoria rivivo lucenti albori.
Santiago di Compostela
Sulla riva ghiaiosa, fruscio di
mare altalenante amplifica l’orizzonte dell’anima. Bianche conchiglie,
raccoglie lo stanco pellegrino al termine del viaggio. Nostalgico ora il suo
ritorno in patria, dopo il gusto dell’eterno migrare.
Stele ligure
Natura e vita in perenne
simbiosi, nell’unità tribale. Silenti, i vigili guerrieri mimetizzano al varco.
La stele atavica, incisa e minacciosa erge la sua ombra.
Il Volto e il Calice di Cristo
Volto sofferente, immaterico e sottile, l’architrave regge. Sotto la
volta di oscure navate, a fiumi sangue vivo. Sgorga perenne dal Santo Graal, il
cuore pulsante d’Europa.
La Valle dei Templi
Templi d’antico fasto ora in
rovina. Eppur viventi, sbocciati innumerevoli in fruttuose gemme. Pietre non
più sacre ma ancor grevi di memoria, l’Ellade perenne.
Chartres
Caldo cocente, nudo profondo
scarnifica le membra. Anche il gargoyle, senza una stilla, aumenta la pena.
Forano il cielo gli archi di Chartres, sortilegio di tempesta.
Luna
Luna, imago lontana di boreali
arcani. Quando il pianeta, popolato di foreste ovunque era Eden. Pallidi i suoi
raggi penetravano il verde e lucean le foglie qual piccole lumiere. Lì, l’uomo
originale ancora non violato, su groppe d’albi sauri intrepido filava al suo
pallor.
Rex
Al centro, siedi maestoso Re
invincibile. Attorno, la Tavola Rotonda gravita fedele. Proclama il Santo, Re
d’Europa, Gesù Dio.
Il Fiordo
Profonda insenatura qual gola
piena d’acqua, il fiordo. Ripide pareti minacciose che chiamano alla mente la
forza minacciosa dei vikinghi. Rapido il drakkar scivola al suo interno, carico
al ritorno di sanguinosi saccheggi. Qual ventre di puerpera, accoglie stremati
guerrieri mutati in feroci predoni da infruttuosa terra.
Spada
Sfolgora, acciaio lucente
simbolo d’essenza. Spirito guerriero, anima cavalleresca, eterna fedeltà.
Perenne ascesi di paladino errante, la spada a croce.
Amici
Val più d’ogni altra cosa
l’essere amici. Fiorile rinascenza nello spirito. E nel cuore gaudio magno, noi
due, uno.
Giovedì Santo
Sul caldo tuo petto io trovo
riposo, alla frazione del pane. Del tuo amore mi riempi, della tua
consolazione. Una vertigine il mio abbandono sul tuo Cuore di Dio fatto Uomo.
Il Ritorno
L’Europa aspetta il ritorno di
Luigi ai Campi Elisi. E Artù il Britanno, Robin di Sherwood, Guglielmo Tell,
Alberto da Giussano. Regale governo di popolo, fondato su Verità e sul Bene,
reciderà le false democrazie tiranniche.
Alte navate
Alte navate, colonne possenti
ricolme di luce. Ondeggiano, del Santo dei Santi, candidi i velami. Tu
maestoso, con gesti ammaestri su scranno regale. L’alma sgomenta, si perde
smarrita ai confini del Tempio.
La colpa di Ulisse
Fumose rovine d’un tragico
tramonto, Troia è caduta! Solo l’astuzia del figlio di Laerte ha prevaricato
l’Indomabile. Ora, su mari ignoti egli espia un fatidico eroismo che molti
strali s’è attirato.
Sacra Sindone
Vento, sangue, rossi capelli scarmigliati.
Corpo di Dio ai chiodi vulnerato. Ora composto per il riposo eterno. Risorge
impetuoso radiando il sacro lino. Egli È, è il Vivente. Dio perenne che arde
nel roveto ardente.
Eterno femminino
Ancora in questo giorno sagaci
versi ho carpito all’Arte magna. Estetica bellezza al cui apparir io corro
incontro. Eterno femminino! Dio è Poesia …
La Trinità di Rublev
C’è un fuoco che dà Vita e arde
nell’icona. Tre Angeli inconsunti al divorar di fiamma viva. Mare d’amore, al
centro il Graal irradia divina l’energia. E mitiga nel Sangue l’intenso
incendio della Presenza.
Suono di cornamusa
Voci di cornamusa in terra di
Galles. Solitario, il pastore riecheggia la memoria di faide antiche. Fiero nel
ricordo di Sassoni umiliati dalla furia devastante di Arthur il Britanno. Viva
la memoria di Merlino che indomabile ravviva la lotta per la Croce, contro il
pagano invasore. Nostalgico il vecchio dà corpo a una nenia, la sua canizie
avvolge nell’infeltrito tartan. Sereno egli affonda tra pensieri lontani,
felice approdando nel mondo dei suoi avi.
Il Re sta tornando
Ritorna il Re! Lo scudo e la
spada sulle spalle, un’arpa al suo fianco, le mani nelle briglie. Non segni di
mitezza questa volta, ma vittorioso! Torna a prendersi il Regno, calcando le
staffe di un albo corsiero. Sta fermo presso un pozzo della Terra di Mezzo. Da
lì scruta il mondo, i suoi nemici, pronto a dar battaglia coi suoi Angeli
guerrieri. Il Re sta tornando! Sì, Amen, Maranà tha! Vieni Signore Gesù!
L’Arte magna
Arte magna, Poesia tu prepotente
assorbi la mia vita. Umile servo filocalico io, della bellezza somma e del
creato. Voragine potente che m’attrae. Magico flauto divino, continua a
melodiare dentro me.
Il monaco libresco
Il monaco libresco, al fioco lume
ei respira acre brunito fumo di cera consunta. Oracoli di vita, un teschio e
una clessidra dilatano al pallido tremor di fiamma viva. Venature d’acero, sì
grezze quanto fantasiose, a sostegno d’un corpo esile da slancio d’infinito
tormentato. Dio c’è, ma non si vede, si sente, si cerca, si tormenta… e a volte
appare. Si svela nei sempre troppo brevi e rapidi soggiorni nell’Eden
dell’anima.
Tauromachia
Scempio di miura nella Plaza de
Toros. Arena intrisa di sangue grondante confuso a sudore. Tauro allo stremo,
occhio iniettato, comprime le membra pel cozzo finale. Rapida penetra la lama
tagliente, dà morte e rinnova un culto ancestrale.
Silentium
Puro, divino silenzio. Dal Santo
Tabernacolo fluisci. Sua scaturigine come in principio. L’aere pervadi di
santità.
Profezie
Meditare il domani tra le selve.
Su un ceppo acquattato guardare lontano. Visioni d’Europa in fiamme sotto il
ferro di un’Orda feroce, poi pace. Non persecuzione violenta l’Anticristo.
Paziente ma di segno malefico, abilmente getterà le sue reti. Persuaderà
sottilmente con la lasciva seduzione dei sensi. Molti cadranno… Anche Pietro
vacillerà ingannato… Fino al ritorno del Giusto Giudice, del Re supremo Cristo
Signore.
Il futuro
In spirito, futuro preveggente
non buono né cattivo. Ma sempre più tenace la lotta primordiale tra Luce e
tenebre. Del cui contrasto noi ultimi mortali dobbiamo risplendere. Perché nel
buio rifulgono le stelle sino al ritorno del Sole.
Flamenco gitano
Ritmiche corde di chitarra,
intenso il sentimento da passo cadenzato, vero flamenco gitano. Afflato
sensuale s’insinua nel corpo di chi danza, intreccio articolato d’Iberia e
arabica passione. Dalla rosa sul capo alle gambe sinuose, qual femmina ardente
col grembo focoso, la turbinosa Eva accende nella notte il ritmo del sangue e
dell’onore.
Il Coro
La notte tenebrosa nel coro si
ravviva al lento salmodiare. Memento di eroismi e infedeltà attuali nei carmi
di Re David. Bianche cocolle riveston di speranza l’embrione di nuova spiritale
umanità.
Il Bardo
L’arpa effonde nell’aere sottile
effluvi sacri, divine armonie. Magico pathos, l’awen del bardo vibrante
elettrizza l’uditorio. Sospende gli animi a un filo di speranza l’epica sua
ode. Le gesta degli eroi cruciati antichi nei figli dei Celti si devon
perpetuare.
Lo Scriptorium
Flebile lume nello scriptorium.
Codici antichi, vecchi papiri, sbiaditi manoscritti. Nel cuore della notte con
lenta costanza, monaco anonimo traduce gli Antichi. Formica laboriosa, egli
alle menti tramanda futura eredità.
Il Portale
Gotico portale di santi
popolato. Qual ogive gli archi si uniscono in puntale. Simbolico compendio del
fine ultraterreno. Quand’anche come in cielo così in terra il potere era
cristiano.
La maschera di Agamennone
Maschera funebre d’un tempo
trascorso, dove l’etnia lambiva purezza. D’Achea stirpe tenace Re guerriero,
l’onta di Troia con l’armi cancella. Nei secoli immortale permane il suo
ricordo che ai Greci accomuna le Italiche genti.
Laudi gregoriane
Arcaiche laudi gregoriane. Da
buia Chiesa perentorie salgono voci remote. Armonici gorgheggi s’intessono e
sguscian tra le volte. Intriso clima spiritale dove l’alma decolla da bruma
verso l’Alto.
Trofeo di caccia
Non pulsa più la sua vita
inarcata sulle ludiche spalle del guerriero. Un gemito, no, soltanto paura a un
passo dall’attimo fatale. Corpo d’agile scultoreo cervo, violato sarai dal rito
dello scuoio. Così nel sangue la vita si protrae. Ma fino a quando?
L’Agnello
Adorare l’Agnello in spirito e
verità. Strepitoso mistero a cui il ginocchio riverente piego. Sol degno Lui di
sciogliere i sigilli. Alla frazione del pane noi muti adoriamo.
L’Elegia di Merlino
Al limite del bosco, umido
verde, muschio odoroso. Grigio cielo carico di pioggia, un Vento divino che mi
avvolge. Oscuro il mantello ondeggia al maestrale. S’innalza il mio spirito nel
Soffio immateriale…
Divina Liturgia
Luce soffusa nella Cattedrale.
Acre l’odore dei ceri fumiganti. Nuvole aromatiche d’incenso saturando riempion
le navate. Dal ligneo coro i monaci prostrati adorano l’Altissimo. Dio c’è!
Il Pescatore
Getta la sua rete il vecchio
pescator, tra i bianchi flutti. Un volto rugoso, scavato da salsedine e ionico
sole. Sguazzante, il pesce spada violento mena colpi alla chiglia. Sinistro e
deciso un colpo e il rumore squarciante dell’arpione. Lo strider dei gabbiani,
aspetta il pescator al suo ritorno. Levate le sue lenze, alla baia ritorna a
quietare le ansie della sposa.
Il Sacrificio perpetuo
Re Sovrano mio Signore, davanti
al patibolo cala la tunica colmo di sovrumano ardore. Ei sanguinante, da mani
d’uomo offerto ripete sua oblazione al Padre. Così ogni giorno, per mezzo dei
presbiteri sino a consumazione dei secoli. Della Cristianità ineffabile
mistero. Dio prepara il suo Regno.
Il Pittore
Stende le sue idee il pittore
sulla tela. La mano decisa dipinge un tramonto. Poi l’alba, infine il sole al
meriggio. Volti di donna, nudi procaci, scorci di strade e di carriaggi. Magica
arte, che eternizza il momento presente.
Prateria
Desiderio di Te, burrasca, onde
travolgenti, la tua potenza in me. Nostalgia della tua terra, della mia terra,
del verde eterno. Celeste prateria, dove al tuo fianco mio Signore un giorno
con Te cavalcherò.
L’Icona della Tenerezza
Vibrante emanazione fuoriesce
dall’icona, sguardo magnetico! Cattura cuori avvinti, colmi di speranza e di
dolore. Cerchi concentrici che attraggono a spirale le aureole splendenti.
Occhi profondi, pur afferrando non violan le coscienze. La Tenerezza, Madre di
Dio, con sguardi fulminanti gli spiriti cattura.
Il pastore di Roccaporena
Gaia la gente su alle capanne,
laboriosa e un po’ sfuggente. Montana timidezza che celata si oppone
all’esplosione del verde. Le sue storie vetere ti narra il pastore, ricolme di
saggezza antica e sempre nuova. Il mito e la natura s’attorcigliano nel suo
superstizioso favellare. Condito a modo, con molto d’incredulo e un poco di
cristiano.
Europa
Canto l’Europa col bardo Myrddin
Emrys, il suo ritorno a Cristo, la Tavola Rotonda. La terra dei miei avi, la
spada, il sangue, la guerra, la barbarie e poi la vera Pace. Al fin
dell’annientante Orda, verrà tornando santa la civiltà cristiana Nova
Jerusalem.
Umbria
Umbria vetusta, vestigia latine
e longobarde tra le tue rughe, nella tua gente, Umbria vivace! Umbria agreste e
spensierata folta di querce e casolari, Umbria montana! Umbria pagana e
indifferente terra di santi e di conventi, Umbria cristiana!
Padre Pio
Le tue mani piagate come quelle
di Francesco. Come quelle del Cristo, che in te la sua Passione ha reso viva.
Ed ora colmo di letizia, movendo in sacra danza esulti nell’Empireo. Davanti al
Dio innocente, Agnello senza macchia come te, glorioso Padre Pio da
Pietrelcina.
Il Lago d’Orta
Squarcio di luce sul lago
all’alba di tempesta. Il bene e il male si contendono il passo nel riflesso
d’acqua. Al centro l’isola, di qua sul molo dilata l’anima nella visione
interiore. Lo specchio immenso diviso tra due mondi son proprio io.
Pentecoste
Torce di fuoco appaiono viventi,
a rompere l’incanto di lingue ancor divise. Cattedrale di luce, arcate possenti
che scendon dal Paraclito nell’omphalos del Cristo. Vento, fuoco, sommovimento,
tutto questo e lingue nuove nell’intenso cenacolo orante. Nata da costato
aperto, Ecclesia ormai adulta dilata l’annunzio.
La Spada nella Roccia
Raggio di luce purissima Myriam,
nel firmamento delle angeliche schiere. Dallo Zenith discende a vagar nello
Zodiaco attraversando oscure impenetrabili foreste. Al chiaror della luna qual
folgore improvvisa, Lei snuda la spada immersa nella roccia. Dichiara la guerra
ai serpenti infernali, trascina nella pugna rendendoci immortali.
Aster
Arcano, errabondo, da infinite
solitudini l’astro fulgente conduce i Magi da Oriente all’umile dimora. Memori
di un’antica, vetusta sapienza, le cui radici perdute affondano nell’oblio del
simbolo cosmico. Acuti i loro sguardi, che al penetrante scrutar del
firmamento, carpiscon stille di Verità adombrata. Ai giorni del solstizio la
stella s’è fermata, qual sabbia di clessidra che più non scandisce attimi
fuggenti. É un tempo, avvinto ormai ad eterno, mistero che oggi si disvela, Dio
si è fatto bambino,
La morte del cervo
Attimi fuggenti, giochi confusi
di luce, deboli sensazioni. Occhi velati, al giovane cervo pulsante paura. Un
sibilo scoccato, un’impennata al cielo, una superba morte.
Filocalia
I tuoi capelli cascata
spumeggiante. Dalle tue mani scaturisce un fiume di grazia. E quando le
congiungi verso il cielo si piega l’universo al tuo volere. Solo il puro
cristallino dei tuoi occhi può mirare di Dio l’ineffabile sguardo. E in questa
fulgida liturgia d’amore o Vergine Maria fiorisce una nuova creazione.
Lunariani
Pallido biancore, trascolora la
luna. Luccichio d’argento e di riflessi sulle spade dei guerrieri. Diana
ammutolisce, geme la cerva, si smorzano le torce. Stanotte, si gioca alla morte
sul campo di Marte. All’alba di luce, i fiori imporporati grideranno: “Pace!”
La forza della preghiera
Spalanca la sua bocca il
Leviathan e tu non ne sostieni il peso. Ma alle tue spalle Michele coi suoi
angeli, l’incalzano. La tua preghiera s’innalza, il sangue di Cristo dilaga.
L’umile Donna vestita di sole, la Vergine Maria, decisa schiaccia il suo altero
capo.
Il Fauno
Boschi di cerro, di faggio e di
ontano della mia Garfagnana. Immergermi in quel verde come una divinità
silvestre. E ascendere nel solco di un torrente che scende verso valle,
cercando la fonte della Vita che ha fatto scaturire l’universo. Tra le rocce
impervie ed assolate del Pizzo d’Uccello, dove l’aquila reale con sagacia ha
posto il suo nido, lì si erge maestosa tra i crepacci la Santità di Dio, mentre
il verde della Prata ci ricorda la bontà del suo volto di Padre. Ed io che vago
ramingo tra questi monti velato dalla nudità di Adamo, a cercare un volto che
si cela quello della nuova Eva. Mentre il mio spirito in tormento, svuotato
dall’impetuoso vento del meriggio, si accende nel roveto ardente della santa
Presenza.
L’arcana liturgia
Un attimo in ginocchio e subito
la Gloria s’avvicina. Ti consola il Vivente ai piedi del suo altare. L’arcana
liturgia emana forza, rinnova il tuo sentire. Tu assorbi questi effluvi e
ingigantisci. La fede come rupe svetta in alto. Tu come aquila librante poni lì
il tuo nido.
Parete rocciosa
Parete rocciosa, adesa è l’anima
alla Maestà divina. Spicca il volo come aquila reale, dimentica di sé.
Vorticosa, nell’oblio echeggia tra gole impervie.
Caravaggio
Intensa la tua Presenza nel
Luogo Santo. Dal seno di Maria, copiosa erompe l’acqua nel Santuario. Lì solo
lacrime, dolore, gioia, richiesta di grazie. Tu esaudendo guarisci, rimargini
ferite antiche, Maternità divina.
La realtà fugace
Il creato, increato, ai primordi
della Creazione. Quieto lo Spirito, aleggia sopra il Chàos qual suo dominatore.
Visione di tenebre e poi d’immensa luce. Acceca il nulla, oblia il tutto. Yin e
Yang in perenne equinozio. Non mascolino né femminino, neppure il mito
solitario dell’Androgino. Niente può render luminosa la realtà fugace, se non
la vita eterna cascante dal Cristo appeso in croce.
Cattedrale
Le tue pareti antiche, vertigine
d’altezza. Raggi di luce staglian la penombra dall’agili vetrate. Delle tue
navate le colonne, bosco mistico, foresta spirituale. Nel muto silenzio, le
statue di pietra, arcana presenza. Tu vivi azzimo al centro dell’altare, Dio
nascosto.
San Francesco
Adorazione, la fronte a terra,
viso emaciato. Vestito di sacco sulla nuda pelle, nelle sue membra solo dolore.
Nel cuore la gioia dal corpo traspare. Diafano e mite, adorno di luce, araldo
di Cristo segnato dai chiodi. É solo amore, serafico Amore, preghiera vivente
donata a ogni uomo.
Morire a San Galgano
Le mura di pietra di questa
Cattedrale porterò sempre con me. Vero archetipo dell’humus cristiano, le cui
vestigia mostrano l’immensità del mio profondo, dove lo Spirito di Dio ha
trovato il suo Tempio e insieme col Padre e il Figlio crocifisso celebra la sua
arcana liturgia. Nessuno più mi muoverà da queste antiche mura, ultimo baluardo
di un Cristo incarnato nella storia. E qui, come guerriero solitario che
attende l’ultimo assalto, getto la spada e in ginocchio stendo a croce le
braccia sulla pietra dell’Altare. Voglio morire così, come il mio Signore, come
un cavaliere che ha difeso la Chiesa, le vedove e i fanciulli ma che non
reagisce al suo istinto ora che è solo, perché egli è cristiano. Aspetto l’Anticristo,
egli castigherà la mia carne ma non potrà uccidermi l’anima, segnata dallo
Spirito con l’Acqua e il Sacro Crisma, lavata e nutrita dal Corpo e dal Sangue
del Figlio di Dio. Sulle macerie di questa Cattedrale, pallida figura della
celeste Gerusalemme, in attesa placida e serena di sora morte corporale, alzo
lo sguardo a Maria nostra Avvocata, rifugio di tutti i peccatori. E nel
Confiteor sincero e doloroso di tutta la mia vita in questa valle di lacrime,
ritrovo la speranza e coi miei occhi vedo la Santa Trinità…
A Julius Evola
Nostro maestro pagano, insonne,
la tua ricerca di verità ha infine reso il mio cuore cristiano. Fonte naturale
m’hai condotto all’eterna Fonte, del Cristo cosmico Signore della storia. Da
primordi arioeuropei a vestigia omeriche e latine al mito ghibellino
dell’Impero. Tra i Due Soli d’Alighieri, la tua anima con Dante trovi pace e le
tue ceneri l’eterna purezza del sacro Monte Rosa.
Il Soggetto Radicale cristiano
tra battaglie, incursioni e saccheggi
del Regno dei
Cieli
La gloria interiore
Salga a Te l’incenso dagli
abissi del mio profondo, dove la Tua gloria rende luminosa e incandescente la
mia anima, mio Signore e mio Dio!
Il carro di fuoco
Sento l’eco del Tuo carro di
fuoco mosso dai cherubini, gravitare negli abissi del mio io, inondato e
disperso nella Tua immensità, Santa e Divina Trinità!
La luce del sole
La luce del sole rischiara la
mia anima avvolta dalla brezza del mattino, mentre il cuore inclinato
nell’attesa già ode il crepitare del Tuo roveto ardente in me.
Uragano
Come un uragano sconvolgi la mia
anima, spazzando via da essa a rinnovati cicli le radici del mio ego, Spirito
Santo, Spirito d’Amore, che prima distruggi e poi consoli!
Come aquila
Come aquila attendo Te
all’uscita dal tunnel di luce, dove mi conduci solo per lasciarmi contemplare
l’intima penombra della Tua gloria, Signore Gesù!
Il deserto dentro me
Il deserto dentro me affina
l’anima, nel fuoco divorante del Volto della Sindone, che impasta di luce e di
sangue il mio io umiliato nell’alba di una nuova Creazione …
Tra le arcate del Tempio
Della Tua Presenza trabocca la
mia anima inquieta, che Ti sente ma non Ti vede, se non per brevi attimi tra le
arcate del Tempio, come buon pastore in cerca delle anime perdute.
Il calice dell’Assenza
Penetro nel duro legno della
Croce le sue fessure spoglie, bevendo fino in fondo il calice della Tua assenza
che annienta la mia anima rendendola invincibile, Figlio dell’Uomo, mio Re e
mio Dio.
Il risveglio
Sabbioso il frusciar delle ruote
del carro di YHWH, come macine di frantoio spianano l’interno dell’anima che si
sveglia nell’udire la sua Parola eterna!
Nel buio
Nel buio del mio profondo, il
vortice dello Spirito recide il flusso della mente, svelando le radici della
Presenza Una Trina.
Tutto si compia
Crepita il roveto ardente, una
Presenza che urla: “Abbandono!”, mentre l’anima che vede il suo peccaminoso
nulla, senza più paure risponde: “Tutto si compia tutto è compiuto!”.
Il fragore del tuono
Il fragore del tuono svuota
l’anima assetata di Dio, mentre l’elettro dei suoi lampi accende la nitida
visione, quella d’essere sublime tempio del suo Trinitario Signore... solo in
Lui riposa l’anima mia!
Le cascate eterne
Le cascate eterne si tingono di
rosso, del Tuo sangue che abbondante sgorga dal Tuo corpo appeso sulla Croce,
visione di rigenerante gloria nel mio profondo, dove alla materia sconfitta
echeggia la Tua gloria di Vincitore.
Il mio vero io
Nel centro della Tua Presenza in
me, il fuoco del roveto ardente lento consuma il mio ego e innalza il mio vero
io dalla croce alla gloria, accanto a Te mio Signore Gesù!
Intimità
Il bagliore della Tua fiamma
viva mi accompagna in questa notte, dove la mia anima consumata dall’Amore,
ritrova per brevi attimi l’intimità delle tue carezze e il riflesso della tua
luce di Verbo incarnato.
Il chiarore degli astri
Come Abramo contemplo il cielo
stellato nell’attesa della tua promessa, mentre il chiarore degli astri mi
avvolge della Tua Presenza, onnipotente Adonai e mi stringe a Te dicendomi:
“Ecco, Io Sono qui!”.
Nel centro del mio essere
Nel centro del mio essere, arde
perenne la fiamma della Tua Presenza e in essa trasuda il Sangue del tuo Figlio
prediletto, che squarcia la roccia interiore facendo fuoriuscire fiumi d’acqua
viva.
Uscire da me
Quando prego per gli altri, esco
così tanto da me che alla fine Ti ritrovo in me, insondabile Presenza di YHWH.
Sete d’anime
La sete d’anime, è come insonne
mormorio di vento impetuoso che scuote le fondamenta dell’essere, è la stessa
sete cosmica di Gesù sanguinante dalla croce, che chiede per sé al Padre
l’intera umanità in cambio del suo corpo martoriato: Ti amo, mio Signore e mio
Dio!
Il Leone di Giuda
Quando il Leone di Giuda cammina
dentro me sradica i vizi, scaccia le malattie, attanaglia i demoni ribelli che
turbano l’anima e non da loro tregua, m’insegna la guerra dello Spirito: Lui
solo è Santo!
Teruah
“Teruah” è il mio grido di
guerra, un’estasi dell’anima che consapevole mi porta in cima alle vette del
mondo, dove respiro purezza, vittoria e umilmente mi piego davanti alla maestà
di Dio!
Mi prendi per mano
Cammini sicura dentro la mia
anima, mi prendi per mano qual vera Madre che afferra suo figlio e mi porti
decisa a Gesù, Madre di Dio e Madre mia, Maria.
Carbone lucente
Come Abramo, nella mia tenda
interiore mi prostro davanti alla tua ineffabile Presenza, mentre il sole fuori
arroventa la sabbia e Tu rendi la mia anima un carbone lucente e carico
d’incenso, amata Trinità!
Elettro incandescente
Riflesso nello specchio
tremolante delle Tue fiamme ardenti, vedo il bagliore infinito, della mia anima
penetrata dalla Tua chiarissima luce, un elettro incandescente che mi disperde
in Te, Signore Gesù.
Come Giobbe
Come Giobbe hai distrutto la mia
vita, ma per questo non t’ho imputato nessuna colpa. Ora esigi la mia fede nel
buio più assoluto e io sempre credo in Te, tra le pieghe del tuo eterno
candore, Abba, Padre mio.
La nuda bellezza
La nuda bellezza del Tuo corpo pendente dalla Croce, con Maria tua santa
madre io contemplo e adoro, nell’attimo presente del qui ed ora e fino all’alba
radiosa della mia resurrezione.
I cani malefici
Abba, Padre, tienimi lontano dai
cani famelici, dai lupi travestiti da Agnello di Dio, da coloro che dividono: Bibbia
da Eucarestia, Gesù da Maria, Vita da Dottrina, Fede da Religione, Scrittura da
Tradizione. Credo solo in Te Gesù, Credo la Chiesa una, santa cattolica e
apostolica!
Nell’infinità della mia anima
Lievissimi dialoghi nel fuoco
della Tua Presenza, parole eterne che mi doni per la vita, un’eco di cristalli
che s’infrangono e si disperdono nell’infinità della mia anima, dove Tu imperi
nell’Amore aspettando che io scelga per sempre solo Te.
Divino abbandono
Divino abbandono, quando le Tue
braccia Padre raccolgono le mie, mentre la caduta verticale diventa
insostenibile per l’anima abituata al volo spirituale, ma non ancora alla
discesa nei mistici suoi inferi.
Il vento dello Spirito
Soffio impetuoso dalle radici
del mio profondo, il vento dello Spirito che prende libero possesso di ciò che
è suo! La mia anima svuotata ora esulta e i Suoi occhi ora vedono nei miei:
Ruah, Ruah, Ruah!
Incenso profumato
Incenso profumato sale dalla mia
anima davanti a Te Adonai Jeshu, quando la tua reale e impalpabile Presenza si
manifesta nella coscienza ed essa trova il senso ultimo del suo essere nel
mondo: “Resta con noi perchè ormai si fa sera!”.
Perso in Lui
“Santo! Santo! Santo!” …mentre
il fumo degli aromi sale lentamente dalla fornace ardente del mio piccolo io
dimentico di sé, YHWH mi unisce a Sé, mentre sempre più perso in Lui, solo in
Lui anche “Io Sono!”.
Spazio infinito
Spazio infinito la mia anima che
sorvola rupi, abetaie, aquile echeggiami e avvolta dal quieto mormorio dello
Spirito di Dio, si perde in Lui nell’attesa del ritorno del Gran Re il Signore
Cristo Gesù.
La tua Presenza
La tua Presenza mi segue e mi
sommerge sempre, mio Signore Gesù, ma sfugge solo quando non desidero viverla
né condividerla in mezzo alla gente: “Che io veda!”.
Libero volo
Libero volo tra le vette del tuo
Spirito, dove io più non sono e dove si estingue il mio essere in Te, vivendo
il mistero infinito del tuo Corpo mistico, Signore Gesù.
Le fiamme del tuo roveto ardente
Vivaci e trasparenti dentro me
le fiamme del Tuo roveto ardente, alimentate dall’eco potente della tua Parola
e rese perenni dalla tua ineffabile Presenza di Dio Uno e Trino!
Padrone del mio destino
Quando rapisci la mia mente, la
mia anima nella tua Anima, il mio spirito nel tuo Spirito, non più estasi ma
soltanto il ritorno ad essere padrone assoluto del mio destino, che è quello di
figlio di Dio nel Figlio Gesù.
Così immanente e così trascendente
Così vicino e così lontano, così
immanente e così trascendente, Dio d’Israele che entri ed esci in me a tuo
piacere, a Te getto l’incenso della continua preghiera nel braciere della mia
anima e assorbito dall’aroma divino della tua Presenza, davanti a Te scompaio
nel Sanctus angelico!
La tua Passione in me
Come larghissima via, la tua
Passione è entrata nella mia vita. Ai tre uncini della Croce è appesa ora la
mia salvezza, la mia resurrezione, la mia vittoria, nel mistero del tuo Corpo
mistico di cui anch’io sono parte reale, carne della tua carne, Signore Gesù,
fino al tuo ritorno nella Gloria.
Signore del vento
Signore del vento, del cielo e
della terra, Spirito Santo creatore che avvolgi la mia anima nel turbine della
tua gloria, nel potere della tua grazia, sgorghi sempre l’acqua viva dal
profondo del mio cuore dove la tua viva Presenza mi rende immortale!
Davanti a Te danzare
Volare, davanti a Te danzare,
nel ritmo di una danza atemporale, immerso nel fuoco dello Spirito che rapido
cattura la mia anima e la muove nella lode cosmica, dove io sono figlio nel
Figlio, amante dell’eterno Amore e principe della nuova Creazione, prostrato e
giubilante ai piedi dell’eterno Padre!
Solare equinozio
Solare equinozio nel centro
della tua Presenza Trinitaria, lì dove attenzione ed abbandono si alternano
come fiume impetuoso, dove fede e amore consumano l’anima come onda frusciarne
che si alterna alla risacca del mare, e come fuoco ardente eppur tranquillo,
dove anch’io in Te mi ritrovo infine ad essere Dio!
Caverna interiore
Acqua che scorre, una fonte di
acqua viva nella mia caverna interiore, dove passo le notti insieme a Te Dio di
Israele in perenne adorazione, prostrato ai piedi della tua gloria, mio Amato e
mio Amante... ma Tu mi risollevi e mi stringi a Te!
Foreste dello Spirito
Foreste dello Spirito, le
immensità del mio profondo che oltrepassano i confini del cosmo e sono
solamente superate dall’infinità di Dio. Lì pellegrino solitario ed errabondo,
ritrovo la mia dimensione che non ha né tempo né spazio, ma è solo pura
eternità!
Davanti alle porte della Vita
In piedi davanti alle porte
della Vita, attendo adorante il grande salto nella Luce dove sarò sempre con
Te, ma mi vedo ancora sporco, macchiato dal peccato che il tuo Sangue presto
laverà, mio Re e mio Dio, mio Signore Gesù!
Le tue porte eterne
Visione del nulla le tue porte
eterne, solo Luce, eterna Luce, indescrivibile Luce che tutto chiarifica
nell’eterno divino Amore, mentre il coraggio del salto e del definitivo
abbandono, trovano resistenza tra le asperità della natura ferita: ma io voglio
Te!
Fuoco dentro me
Fuoco dentro me, Luce
intensissima che scandaglia le profondità dell’anima, e penetra come lama
affilatissima a dividere il bene dal male e a imporre una scelta per sempre.
Voce della coscienza, Parola di Vita fatta carne, io con Te per sempre, Signore
Gesù.
Vagare
Vagare nell’immensità del cosmo
interiore, là dove il respiro di Dio agita le foreste e dove la sua immensità
svetta maestosa nel mio Oreb divino che è anche chiostro, caverna, infinita
prateria e foresta impenetrabile, fatta di comunione e solitudine assoluta
perché anch’io in Lui ora son Dio ...
Fuoco d’amore
Fuoco d’Amore, Tu che consumi le
profondità della mia anima. Essere forte ed infinito al cui cospetto il cosmo è
sospeso. Sostanza d’amore trinitario, lì dove Dio trasfonde in Padre e Figlio.
Tu dovunque, trascendente ed immanente Spirito, trama del creato, infinità di
Dio. Eppure tutto in me, nell’io che si dissolve…
Sguardo fulminante
Nel silenzio, il crepitar e il
sommesso fruscio del rogo della Tua presenza, placa i dolori nell’anima che
lotta. Mentre i capelli scarmigliati dell’Uomo Dio ondeggiano sul Golgota,
svelando uno sguardo fulminante e il suo Cuore squarciato d’amore. Scricchiola
il duro legno della Croce, mentre sprofonda il mio io senza apparente coscienza
di sé. Nel volo verticale d’abbandono alla Sua Provvidenza, Dio c’è...
Procelle di fuoco
Procelle di fuoco, sconvolgono
l’anima nel mistero della Tua Presenza. Bagliori sommessi, lampi fulminei di
luce che mostrano il Tuo volto martoriato e glorioso, tra i segni della Croce e
l’accecante vampa del Risorto. Rovente sigillo, vien meno l’anima mentre brucia
la carne del cuore.
Echi dall’Oreb
Echi dall’Oreb, rimbalzano
tonanti le vacuità della mia anima. Come assoli potenti e tempestosi, che
precedono la Tua Divina Presenza. Felice e impassibile, l’anima si prostra nell’elettra
tempesta. Dove il Padre Eterno giganteggia e mostra le sue gelosie d’amore per
me...
A forti ondate
A forti ondate, la Tua amante
gelosia non teme nemici, non vuole rivali. Giganteggia il mio esile cuore, tra
le creste spumeggianti dei tuoi intensi marosi. Incosciente, straripa dai suoi
argini spinto dalla violenza del tuo amore Uno e Trino.
Guerriero di Luce
Solitario ho percorso i tornanti
della vita, i meandri dell’esistenza, inseguendo la Tua luce. Avvolto
nell'umile e ventoso manto di sorella morte, della milizia celeste. Rapido e
silenzioso guerriero di Luce, pungente la lorica, acuminata la spada. A
trafiggere l’ego, i demoni, lo spirito del mondo nella perpetua e gloriosa
mischia interiore. Dove il Paraclito, aleggiando guida le mie mani alla guerra
e unge le ferite dell’anima.
Madre mia
Ho visto i tuoi occhi profondi…
e quante volte le Tue labbra posarsi sulle mie per mostrarmi il Paradiso. Per
pormi il Tuo latte che avido succhiavo dal tuo seno abbondante, a sedare
insulti e calunnie dell’anima ferita. Così sei Tu, Madre mia, Santa Vergine
Maria…
Mi abbandono
Mi abbandono a te, selvaggio
mondo interiore, foreste dell’anima, mio Oreb, mio Signore. Mi abbandono mio
roveto ardente, che tutto estingue e fa rifiorire nell’apparente solitudine del
cosmo. Mi abbandono indescrivibile silenzio di morte e poi di vita, dove solo
la mia essenza rinasce e risorge per brevi attimi, indistinta nell’Uno o
consapevole nell’amore Trino. Mi abbandono ...
Eterno immortale
Il vento mi avvolge, mi
accarezza, sei Tu eterno immortale, che mi porti dove vuoi per sempre.
Fuoco che divora
Fuoco che divora le asperità
dell’anima e piega la resistenza dell’Io, con la distrazione e l’Assenza.
Assenza o Presenza, è un fuoco che divora, è un fuoco che violenta, è lo
Spirito Santo di fuoco che desidera il mio abbandono.
Status quo
Mugola il Vento nelle cavità
del mio profondo. L’arpa si elettrizza per musicare l’Ignoto. Il vuoto spazia,
impera il nulla. Clima interiore perché il Suono divampi nell’alveo mistico.
Notturno
Nebbia che avanza nella laguna,
dalla palude lo stanco gracidare. Ultimi bagliori di un giorno che tramonta.
Muro cadente, arcano e secolare, si muove la civetta ha posto lì il suo nido.
Echi nella foresta, rumori crepuscolari, lì Dio si confonde nel volto rugoso
dei querceti. La brezza della notte evoca in me lo Spirito e avvolto in questo
Soffio me ne ritorno al Padre.
Oltre il limite
Limite intuitivo della mia
solitudine, posso viverti, sentirti ma non descriverti. Tu incorporeo che
circoscrivi la mia limitatezza. Tu che mi abbatti e mi umili e poi erompi in un
velato squarcio di grandezza, Tu, sempre Tu, solo Tu. Il mio Dio sconosciuto
eppur reale e vivo, vivente e trinitario. Logica sfuggente, minuscolo ego ormai
dissolto, ora vivi in Unità.
Vidi aquam
Ho visto l’acqua, violenta,
scaturire dal tuo costato. Fluire e rifluire, sommergere la Terra e l’Universo.
Anch’io elemento primordiale di questo oceano che non posso attraversare. A me
la Vita.
Esperienza interiore
Esperienza interiore, reale e
trasparente, percepita e inafferrabile. Come l’aria ci sei dentro, non la vedi
e la respiri. Nube oscura, vento e luce, così è Dio.
Il viaggio
Viaggio all’interno, buio
profondo, solo il nulla, l’inconsistenza del proprio io. Ma oltre l’ego,
l’essere vero, il mio spirito, la Presenza di Dio. Tempio immenso il mio
profondo, dove dimora la Trinità Vivente. Vai oltre il tempio, alla Sorgente.
Li è Dio in Tre e tu Uno in Lui.
Spira il vento
Forte spira il vento nel mio
profondo. I fratelli si accostano alla mensa del tuo Corpo e del tuo Sangue.
Vento divino, Spirito che arde e scioglie le gomene. Come vela d’albero
maestro, si gonfia d’amore la mia anima al tuo Soffio divino.
Finestre di luce
Sgorga l’acqua ai piedi del tuo
altare, fonte della vita divina, della mia ispirazione. Finestre di luce
s’aprono all’interno, tra oscura caligine. Visione di Golgota, del Tuo e del
mio dolore. Lo accetto con pienezza, mi lascio al tuo abbandono. Solo così il
gusto spirituale, la vita eterna qui, l’oscura contemplazione.
Quando mi afferri
Quando mi afferri, la mia anima
ormai docile si lascia andare e non ci sono più. Dolce abbandono, eterno
convito, tua vita e tua natura, rapide scorrono in me. Non c’è più niente,
mente alienata, cuore profondo, spirito sommerso, tutto il mio essere in Te.
Aseità
Aseità, divina aseità. Solo Tu
esisti per Te stesso e sei l’Incomprensibile, anche se l’amore ti rende
comprensibile. Dio, Dio Trino e Dio Uno, mistero di fede, non per gradini ma
per spirale io vengo a Te. Si ferma la mia mente e mi ritrovo in Te. Scompare
il mio sentirmi e mi ritrovo Te.
Il Segno del tacere
Adorazione, lo sguardo rivolto
al Tabernacolo dove Tu Sei. Prezioso silenzio, unguento spirituale che mi
riempie della tua Presenza. Ti comunichi a me nel misterioso segno del tacere.
Tu solo sei Santo.
Silenzioso nulla
Solo il nulla ti permette di
sondare l’Insondabile. Percezione dell’io, del niente, del mio ego in Dio.
Intuire Dio in sé, il Sé di Dio, Io Sono Dio. Solo Lui, solo Io e nel suo
essere Tre che comunicano e vivono con me. Tutto questo nel silenzioso nulla.
Passaggio ad Oriente
La tua Croce fenditura nella
roccia, da lì entri nella Luce, Realtà superiore. Porta mistica, dove passi per
uscire da te stesso. Squarcia il velo, immette nel Regno, introduce nel
mistero. Lì solo Yahweh, solo il Dio della Rivelazione, unico e vero Dio,
Padre, Figlio, Spirito Santo. Tutto il resto menzogna senza Lui!
Il volo libero
Quando il tuo abbandono penetra
la mia vita, io volo con Te. Nella trasparenza delle altezze, beatitudine
interiore dove si perde la mia coscienza. Qui tutto chiaro, puro, luminoso.
Vertigine di un volo libero che sembra non avere fine.
Celeste prateria
Desiderio di Te, burrasca, onde
travolgenti, la tua potenza in me. Nostalgia della tua terra, della mia terra,
del verde eterno. Celeste prateria, dove al tuo fianco, mio Signore, un giorno
con Te cavalcherò.
Nuda Presenza
Nuda Presenza, forte Presenza.
Per giungere alla Realtà è assurdo lo spogliarsi di tutto. Vivere nella
vacuità, emerge un mondo nuovo. Spento l’incanto dei sensi, visione della
Trinità.
Danza Sacra
Estatici momenti la tua danza
sacra. Là dove tutto l’essere si muove nel tuo amore. Un turbinio di fuoco mi
avvolge tutto intorno. Lo spirito si eleva come Elia sopra un carro di fuoco.
Ali di serafino mi afferrano, sono condotto a Te. Mi prostro e nel fragore
angelico, danzo luminoso la gioia del creato per Yahweh.
La strada migliore
Se ascendi solitario verso il
monte, troverai il silenzio di Dio. E nel silenzio avrai la rivelazione di Dio.
Se resti tra i fratelli a servire come l’ultimo, troverai la carità di Dio. E
nella carità avrai la manifestazione di Dio. Se istante per istante, invece
seguirai le orme del tuo Dio, tu sarai Dio. E nel Suo intimo volere, come luce
splenderai attirando le genti.
Il Nocchiero
Vivido il tempo del silenzio,
che trasforma la visione del mondo interiore. La volta cosmica, lo spazio
siderale, fluttuare tra le stelle, navigare dentro me. Io, atomo irripetibile,
sintesi suprema della creazione di Dio, davvero magna la Sua mente!
L’accesso misterioso
Andare verso il nulla, l’intuito
procede in modo naturale ormai a ritroso. Sospesi sono i sensi e poi la mente e
in questa dimensione vacuale, emerge d’improvviso la visione. Luce, folgorante
luce, all’io ch’è rifluito e poi scomparso ed ha trovato la sua vera sostanza.
Al di là del vuoto la consapevolezza, poi il nulla, infine la visione. Ed oltre
l’unione con Dio Trino e al limite la mistica Unità. L’accesso misterioso a
questo itinerario verticale, è il luogo dell’incontro nel tuo cuore. Lì l’agape
fraterna, il senso ultimo del vivere, l’attimo immortale.
Tempesta
Nuvole cariche, tempestose,
pioggia battente, fragore di tuono. Lampi riflessi, spettri di luce, contrasti
tonali, giallastri bagliori. Epico panorama di tempesta, il cielo s’è chiuso
violenta la terra. Ingigantisce lo spirito a tale visione, magnetico sentire:
Io sono quello!
Amico
Amico Tu sei, nel grande spazio
del cuore. Lì il nostro incontro, il nostro rifugio, una radura d’amore. Come
Giovanni, seduto accanto a Te, o mio Gesù.
Esilio
Vaga la lucerna dello spirito ad
intuire il Reale. Eterna ricerca del proprio sé, del sé del cosmo, del Sé di
Dio. Sublimazione cosciente e a volte incosciente. Elevazione di un limitato
vivere in cui non sto più dentro. Solo nell’Eden ritroverò la forma
primordiale, Essere Uno con Te.
Il Sole interiore
Nitida visione del sole di
Cristo nel mio cuore. Globo rosso che si muove incandescente, dinamico,
infuocato. Luce tersa nel mio interno, rende tutto trasparente dalla base
all’architrave. Io, cattedrale profonda, toccata dalla Sua invisibile Sostanza.
I Santi
Scandagliare il mistero vivendo
nell’ubiquità. Il Corpo di Cristo mi trascende, eppur vi sono inglobato. Forte
armonia, quella dei fratelli già viventi nell’altra dimensione. Una stilla di
diafana luce, quando il loro apparire vedo dentro me.
Diacronia
La Sorgente continua a
zampillare nel mio interno, ma io ne perdo coscienza. Vivo nell’animalità,
nella psiche e nulla più. Eppure il richiamo è forte e non odo altro. Discendo
nel profondo, e lì vi resto ad ascoltare la Cascata che non si spegne mai.
Acqua, fonte dello Spirito, non è miraggio. Son solo io che ancora attendo
d’esser un giorno unificato.
Apex mentis
Se della mente, all’apice tutto
converge, il mondo tace. Ed io ramingo, nel Tempio rientro ad intuire arcani. A
sentire il futuro, nella mente da sprazzi illuminata di eterna Sapienza. Servo
inutile, io piego le ginocchia al Dio Vivente.
Solo Tu
Turbato il mio cuore, dalla tua
Assenza. Aridità sofferta, perché altri entrino nella Vita. Assente o Presente,
m’importi solo Tu. La mia coscienza rimane in ogni caso nel tuo dominio Regno
sovrano! Gesù è il mio Signore, vivo per Lui.
Hara
Verso il centro, fisso lo
sguardo in abbandono e deconcentrato. Tra espiri che attizzano un’interiore
brace. Raccolto e vigile l’udito, ascolta il fondo. Non più nuvole, la mente di
pensieri ormai si vuota. Lucente emerge la cima del mio spirito, io sono luce.
Eckhart haiku
Gracchia nel cielo il corvo. I
miei sensi dal suo eco sono avvinti. Vibra all’interno, nel mio profondo. Dal
fiume inquieto dei pensieri, svuotato mi risveglio re del creato.
La Via
Non devi andare giù. Devi
lasciarti andare giù. Deconcentrato, al tuo respiro che esce in abbandono. Non
tu porti lui ma lui trascina te, espiro divino eppure così umano. Verso il
profondo, dove occulto vive il Dio Uomo, come in Maria adombrato.
Nel fondo
Quando nel fondo completo sono
immerso, tutto gravita immanente. Non più passato né futuro, ma presente solo
eterno presente. Presente l’esser mio, presente l’essere del cosmo, presente
l’immenso essere di Dio. Tre gradi intensi e distinti d’un esperienza,
comunicanti in unità profonda, dall’uomo al cosmo a Dio. Giro consapevole
sull’asse mio interiore, gravitando come terra intorno al Sole
Horeb
Magnetica tempesta, nel luogo
dove s’erge la Tua Presenza. Lì gravita il mondo, la natura e l’io profondo.
Per via scoscesa m’incammino e Tu m’attrai, da lampi circonfuso alla tua
Gloria.
Pura esistenza
Pura esistenza, il lento fluire
delle cose nella tua Presenza. Vigile, l’anima ferma tra mente e corpo
dileguati. In questo immortale silenzio, fluido aleggia il tuo Spirito. Impulsi
divini di fede, speranza ed amore emanano nello spazio interiore. Poiché è Lui,
regale Timoniere che mi dissolve in Sé.
Dio Presente
Echi notturni nel bosco, Dio
c’è. Nella foresta, fruscii di tempesta, Dio É. Rombi di tuono che scuotono
l’anima, Io Sono.
Ali possenti
Aprir le ali ma solo in
spirito, nei silenti attimi del divin ringraziamento. Il Dio Gesù Eucaristia in
me, io in Lui. Possenti e bianche ali, superbe si dispiegan dal vero io
profondo. Qual decaduto angelo, che in ciel per brevi attimi, libero torna a
volare.
Fruscio di cristalli
Fruscio di cristalli che lievi
s’infrangono, il dolce mormorio della tua Presenza. Senso di eterna vacuità che
echeggia tra cieli dorati e infiniti, in sospensione come d’incenso. Lo Spirito
Santo, divino architetto, da cuspide getta i dardi di Luce, tracciando i
confini della Sacra Tenda.
In Croce m’abbandono
Viver nella tua grazia fermo, ma
trasportato dallo spasmo della tua Assenza, della mia caducità e di una dura
tentazione. Ma io solo tuo, abbandonato a Te sul duro legno della santa croce,
i cui meandri e le cui pieghe profonde l’anima mia ha imparato a distinguere.
Vivere in caduta verticale, nel regno mistico del tuo grande patire, la cui
sola quiete è data dal giaciglio del tuo santo sepolcro, dove in sospensione la
mia mente viene meno.
Apex mentis II
Aria pura, trasparente, satura
d’ossigeno che riempie l’interno, così è l’apice della mente. Solitario,
immobile spirito, che vive negli spazi della Terra di mezzo come aquila in un
cielo deserto, in balia d’un sottile vento. Tutto tace, mentre la terra freme e
il corpo vive nella discrepanza degli strappi verso l’alto e del suo peso
greve. Lacerazione interiore che fugace fa sognare la beata finale resurrezione
di mia carne, io sarò così!
Io poliedrico
Io poliedrico eppure uno,
diamante dalle mille facce intriso di luce spettrale. Motore immobile, nel
cuore della mischia meno fendenti senza stancarmi. Così ogni giorno per il mio
Re Gesù.
Fornace ardente
Fornace ardente carica d’incenso
la Tua Presenza. Tremula visione che trasparente ondeggia nel rapido frusciar
del rogo. Segno tangibile intriso di divino, pregnante sostanza. Tu del mio
essere, dal capo alle radici, consumi le fibre intime.
Rombo di tuono
Rombo di tuono che scuote cielo
ed intimo, fa emerger la visione. D’intuito, percepir Divina la Presenza
nell’alveo del cuore. Un mondo atemporale, vivace e trasparente, prende vita
intorno a me.
Vedere
Vedere, abitualmente vedere, nel
tuo mondo flebile e ancora ai miei occhi a volte tenebroso. L’umido
dell’ombrosa foresta, qualche vena di luce in sua sospensione, la polver dei
querceti che v’annida. E il tuo angelo che chiama in bianche vesti, cadenti e
impregnate d’eterno chiarore, sorreggendo il Santo Graal della tua divina
Passione. Come non perdersi nella foresta impenetrabile, dove solo il motore
immobile di un ardente amore, quale esile lucerna di fede provata, trova sempre
la via che oltrepassa il guado. Notte dello spirito a sprazzi illuminata, dove
ogni plumbeo e difficoltoso passo ha il sapore d’eterno, d’una nuova
intromissione nei selvaggi vestiboli della Terra di mezzo.
Vuoto dentro me
Attorno a me silenzio. Vuoto
dentro me. Presenza Trinitaria, fuori e dentro l’io. Infinito e immenso Dio al
di sopra dell’io. Alla fine solo Dio senza più il mio io.
Incendio divino
Dall’interno mi consuma il Tuo
fuoco divorante. Né caldo né freddo, solo ardore di Te. Di vederti sparire e
comparire tra giallastri bagliori. Nel fruscio d’intenso rogo, Tu Vivente in
me.
Cuore abissale
Sono io, sempre io davanti a Te.
Col mio peso, il mio nulla, il mio peccato. Tu mi rigeneri nel furore di un
puro fuoco. Corrente di fresca energia e tenerezza somma. Mi sconvolgi, perduto
negli abissi del tuo Cuore di Dio.
Tutto più chiaro
Tutto più chiaro quando il Sole
interiore illumina il cuore. Un’aura sprigiona ed esce fuori a rischiarare
l’aria. L’anima è luce, in quei momenti di sospensione cosmica. Movente
equilibrio tra due universi, distinti eppur compenetranti.
Muta adorazione
Muta adorazione, converger del
silenzio nell’essere di Dio. Lì penetrato, divergere poi nella Sua immensità.
Croce, Ostia, Volto Santo, valichi divini e guadi verso questa Eternità.
Avvolti
Avvolti dalla brezza del
mattino, dal sole cocente, da un manto di stelle. Avvolti da raggi di luna, da
nebbie fumose, da dense foreste. Erriamo solitari, avvolti di speranza e a
volte dal fascino di Dio.
Mugola il vento
Mugola il vento negli abissi
infiniti del mio profondo, mentre vi aleggia lo Spirito di Dio. E a volte libra
qual aquila dall’occhio penetrante. Un canale di luce sale verso l’alto. Ed
esco da me stesso in quieta pace.
Innominabile silenzio
Silenzio, innominabile silenzio.
Tu solo riempi gli spazi infiniti dell’anima. E la deifichi nell’oscura e
luminosa nube della presenza Trinitaria. Io, atomo irripetibile del suo amore,
in Lui mi dissolvo.
Navigare dentro me
Navigare dentro me, senza
limiti. Né approdo né ormeggi né porti definiti. Solo mare e salsedine,
orizzonti infiniti. E gioiosi delfini, compagni della mia solitudine. In rotta
verso gli atolli di Dio.
La vita è un’illusione
La vita è un’illusione reale e
permanente. Mille pensieri fluiscono ad impedir di vivere il presente. Ma una
luce gravita nell’aura interiore. E abbaglia il nostro essere ora destato alla
sua deità.
Mistici fumi
Mistici fumi salgono verso
l’ignoto, la mia lingua muta adora. Ombrosi fruscii di selve accarezzate da ali
di angeli, le mie orecchie odono. Occhi profondi di te giovane donna, la mia
anima ama.
La Porta
Spazio informe senza tempo.
Tempo informe senza spazio. Non spazio, non tempo, non forma. Solo la porta
neutra qual disco ogivale. Dove, appoggiata la sua mano, nel vuoto si getta
trasparente l’anima che esce da sé.
Esperienza radicale
In sospensione su cuspide del
mondo, arco colonnato e architrave. D’elettro trasparente e tenue, l’anima si
slancia dagli abissi. Straziante solitudine, grave maestà composta, dal Golgota
cerca trascendenza.
Rapax
Occhio d’aquila, vede
trasparente oltre l’azzurro cielo. Vacuo silenzio, sibili di vento nelle eterne
altezze. Da roccia penetrata, l’eco di suo richiamo viola la verginità del
luogo.
Il suono del vento
Wuuuuuw! Il suono del vento
affiora inquietudini. Rapido, avvolgente, accarezza il volto. La mente dal
ribollio va in sospensione. Mentre svanisce in sottile spirito che si disperde.
Il potere della visione
È come guardare le cose, la
terra, il cielo, il mare. Ma vedi la Terra di mezzo nella visione interiore.
Puro, scruta il terzo occhio i riverberi dell’Essenza.
Anima nuda
Anima nuda nel fuoco inconsunto
della tua Presenza. Riveste la corazza di tua Eternità. Impronta Trinitaria
cesellata da Ruah. Il Nazareno risorto fuoriesce dal mio sepolcro...
Per mezzo di Lui
Ho visto la tua Presenza nel
creato animare tutto quanto. Senza Te nulla è stato fatto di ciò che esiste.
Mentre nel sepolcro, il tuo volto impera in penombra tra ferite.
Pasqua
Padre, sguardo intenso, scruti
me bambino. Come libellula, vaghi libero tra verdi prati, Signore, nel mattino
di tua Resurrezione. La cima del mio spirito s’eleva a Te in mistica
ascensione. E il tuo Spirito aleggia su di me come ai primordi.
Dove sei
Dove sei amore mio, educato alla
Tua assenza in silenzio sopporto. Senza meta, vago inquieto tra gli spazi
siderali del mio spirito, troppo vasti ed infiniti per non essere colmati da
Te.
Dulcamara
Dolore del mio dolore, Vita della
mia vita, Passione della mia passione, il cielo mi leviga l’anima. Pigiato nel
tino della tua Assenza, non più dolce né amara, ma attesa fibrillante. Snudato,
lo spirito s’affila, sfibrato dagli spasmi che più non fanno male e lo rendono
immortale.
Tu sei il Vento
Tu sei il Vento, sottile e
trasparente, sei cielo terso. Dispieghi le tue ali nitide, avvolgono il creato.
Solo gli ampi confini del diafano nulla, appagano l’aquila ch’è in me.
Parakletos.
I silenzi dell’anima
Il tuo manto, ala tutelare,
m’avvolge e fa volare. Nel giardino interiore, vero chiostro dell’anima, Tu
m’educhi al silenzio. Mentre l’amore di Madre premurosa, alimenta il fuoco
Trinitario. Maria!
Adonai Yeshu
Ti vedo mite, arrendevole,
intriso nel tuo sangue. Che scorre a fiotti dai tre chiodi e impregna la terra.
Il tuo volto scalfito, riluce nel dolore di maestà gloriosa. Adonai Yeshu!
Colonna di luce
Seduta nel centro del fuoco Trinitario,
per Sua compiacenza. Colonna di luce, inondata d’energia e d’amore dal Padre,
dal Figlio e dallo Spirito. In Gesù, mediatrice di grazia onnipotente, Santa
Madre di Dio.
Al centro del roveto
Al centro del roveto fragore di
Eterno. Veleggia incombusta e incandescente l’anima. Canuto, il Padre immobile
cammina. Occulta il Verbo nel fuoco dello Spirito. Estingue sua immagine
nell’oscura aseità.
Andare lontano
Andare lontano da sé stesso,
fuggire il proprio io. Lasciarsi penetrare dallo sguardo del Cristo pendente.
Incamminato nel cono di luce verso le porte eterne.
Il segreto di Maria
Se nel cammino verso la Terra
promessa vuoi rimanere fedele al Signore, aprigli il tuo cuore e Lui lo
possederà, donaglielo ogni giorno ogni momento e Lui lo illuminerà. Bada di
tenerlo sempre puro e Lui lo trarrà a sé, perché è un Dio amante della purezza
e della semplicità e non resiste a un cuore trasparente di fanciullo. Invoca
senza fine Maria, la Madre tutta pura e Lei muterà il tuo cuore con quello di
Gesù. Qui sta il segreto dell’amore se l’hai compreso considerati veramente
beato. Non a tutti è dato di capirlo, ma se hai orecchie per intendere intendi:
di Maria fatti suo schiavo e diventerai il padrone, dalle la vita e possederai
il suo Cuore.
Apogeo
La vetta è l’abisso. L’abisso è
la vetta. La vetta non è l’abisso. L’abisso non è la vetta. Abisso e vetta si
elidono. La gloria di Dio erompe nel cosmo. La gloria di Dio è Amore fatto
carne. La gloria di Dio è l’uomo vivente. Va dai tuoi fratelli. Indica loro il
sentiero della mia Gloria. Finis Terrae.
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