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di Lorenzo Maria Pacini
31 ottobre 2024
Tutto il mondo è ormai costretto a riconoscerlo: le partnership sono una forma di associazione che sta riscrivendo le relazioni internazionali, e i BRICS+ sono la partnership che sta cambiando di più le geometrie globali. Cerchiamo di capirne la portata geopolitica.
Ridefinire l'Heartland: un nuovo modello?
La discussione sulla ridefinizione dell'Heartland è accesa da qualche anno ormai. Cercando di elencare le soluzioni apportate, abbiamo:
1) La tendenza a riposizionare l'Heartland sulla mappa, modificando le geometrie e le relazioni di potere tra le entità che operano sui domini. In questo senso, l'Heartland rimane uno, è semplicemente localizzato in un altro punto e tutti i meccanismi vengono ricalcolati in base alle nuove coordinate. La classica dicotomia del conflitto tra talassocrazie e tellurocrazie non viene messa in discussione. È storicamente la prima fase di trasformazione geopolitica nel XXI secolo.
2) La tendenza a identificare più Heartland in più luoghi, sussistenti simultaneamente. In questo caso, la dicotomia classica viene applicata a ogni Heartland e, di conseguenza, ci troviamo di fronte a una moltiplicazione di relazioni di potere e paradigmi. Questa è una sorta di seconda fase, in cui è necessario teorizzare nuovi schemi interpretativi e definire nuovi linguaggi geopolitici. Più Heartland non sono possibili di per sé , hanno bisogno di essere individuate in sé . Quindi, la retorica classica può decadere, a favore di nuove definizioni, ma sorge un problema concettuale: il “heartland” della Terra rimane geograficamente uno e, geopoliticamente parlando, non è un mero concetto, ma un luogo reale, identificato in coordinate geografiche, con specificità. La lotta per governare l'Heartland - con Sea Power dall'esterno o con l'Heartland stesso dall'interno - è la formula principale della storia geopolitica, l'essenza stessa della geopolitica. La geopolitica è la battaglia per l'Heartland. Tutte le scuole di geopolitica si basano e procedono da questo modello. Non ci sono corpi con più cuori, il Cuore resta uno, anche nella fisiologia geopolitica, perché c'è sempre un polo che ha un peso o una centralità maggiori, anche se solo temporanei, ma comunque reali. Il mondo non è un equilibrio piatto.
3) Arriviamo così a una terza fase, in cui si riconosce l'Heartland distribuito. Qui l'Heartland è come dispiegato su più coordinate, che rimangono unite tra loro da qualcosa. Una specie di moltiplicazione sempre connessa alla fonte primaria. Questa è la fase ascendente del mondo multipolare, il primo passo della transizione. Nel mondo bipolare della Guerra Fredda, l'Heartland era rappresentato dal campo orientale, principalmente dall'URSS, mentre la potenza marittima era il campo occidentale. Tuttavia, l'Heartland perse questa guerra nei primi anni '90 con il crollo dell'URSS, che segnò l'inizio del momento unipolare. Questa sconfitta nella Grande Guerra dei Continenti diede inizio a un'architettura unipolare in cui la civiltà del mare raggiunse il dominio totale (poi Fukuyama proclamò la cosiddetta "Fine della Storia"). Pur non conquistando territorialmente l'Heartland, la talassocrazia atlantica ne governò tuttavia esternamente una buona parte, arrivando persino a tangerne i confini militarmente. Con l'inizio del nuovo secolo e l'ascesa della nuova classe dirigente, la Russia ristabilì la sovranità dell'Heartland, ma in un modo diverso rispetto a prima perché il mondo era cambiato. Nacque la necessità di consolidare il potere dell'Heartland attraverso la sua ridistribuzione. Nacquero quindi nuovi poli, perché il mondo multipolare non può essere realizzato da un polo, dove un polo non è, ricordiamolo, necessariamente uno stato, ma può essere uno stato-civiltà, o un gruppo etnico, o un gruppo religioso, e così via. Qui sorge una domanda: un polo è anche un Heartland? Ha il suo Heartland? O non ce l'ha e fa riferimento ad altri Heartland?
4) Ecco la quarta fase, sempre nell'attuale transizione multipolare. Questa è ancora una fase in divenire, di cui possiamo cogliere solo una parte del processo e quindi la nostra analisi non sarà esaustiva. In questa fase vediamo i poli emergenti unirsi e stabilire forme di alleanze, partnership, attorno a questioni strategiche, economiche, religiose e ideologiche; queste alleanze acquisiscono un vero potere geopolitico nei confronti dell'egemone, che si trova ad affrontare la discesa della sua egemonia su più fronti. In queste partnership, i vari paesi si alternano nella gestione della leadership complessiva delle partnership. Ciò crea una sorta di Heartland mobile, in grado di essere spostato a seconda delle necessità, attorno al quale gli altri poli - e persino il nemico - sono più concentrati.
Il cuore mobile dei BRICS
È in questa quarta fase che possiamo riconoscere l'azione ora sorprendente dei BRICS+ come partenariato di maggioranza (in numeri e significato globale). Nel funzionamento dei BRICS+, che hanno uno statuto il cui perno è l'implementazione della multipolarità, notiamo questa distribuzione dell'Heartland di anno in anno: con la presidenza di uno stato-civiltà, gli altri paesi partecipanti fanno riferimento e si impegnano con la prospettiva di quello stato-civiltà, rafforzando il suo Heartland intrinseco; ma c'è anche una specie di Heartland distribuita tra i membri stessi del partenariato, per cui la partecipazione rende pienamente capaci di "fare qualcosa" con quell'Heartland.
Si tratta di uno strumento concettualmente forse non facile da comprendere, ma incredibilmente potente nella pratica.
La geopolitica classica sta subendo un'interruzione o, piuttosto, la lettura geopolitica del Sea Power sta subendo un'interruzione. I modelli vengono modificati, le relazioni vengono interrotte, i modelli ermeneutici devono essere riscritti.
Dobbiamo imparare a leggere la mappa da un'altra prospettiva e con altri strumenti. In questo senso, ci aiutano le pan-idee come definite a suo tempo da Karl Haushofer e rivalutate e ridefinite da Aleksandr Dugin. Facciamo un altro esercizio di lettura della mappa: Haushofer proponeva di leggere la mappa del mondo verticalmente, creando congiunzioni tra i continenti, dall'alto verso il basso e dal basso verso l'alto della mappa, in modo da identificare diverse rotte di sviluppo e analizzare diverse relazioni di potere. Dugin va oltre e inquadra sulla mappa le macro-aree degli stati-civiltà non solo verticalmente, ma con la possibilità di essere anche distanti e separate ma comunque parte di un'unica area che è ideologicamente parte di quel modello di civiltà. Non si tratta solo di una lettura geografica della mappa, ma di una geografia ideologica della mappa, perché ciò che muove le imprese di quegli stati sono i modelli di Civiltà, sono le idee.
Qui abbiamo una partnership che è iniziata come principalmente eurasiatica, i BRICS, che ora si estende per includere un gran numero di paesi e modelli di civiltà che non sono eurasiatici; ridistribuisce su di loro l'autorità e il potere del Cuore, tramite la partecipazione, dando loro l'opportunità di diventare a loro volta il polo che funge da perno geografico della Storia. Questo passaggio è cruciale: la distribuzione del Cuore e la sua mobilità servono per la formazione integrale e integrata dei poli. Un passaggio senza il quale la meccanica multipolare non esisterebbe realmente.
Fonte:
Traduzione di René-Henri Manusardi